25.9.06

Risveglio perfetto

Era mattina, alla fine di settembre, quando un'inattesa primavera picchiava con nuova energia sulle finestre della sua camera. Il sole correva, attraversando disinvolto le bianche tende, verso i suoi occhi socchiusi e, pur non essendo riuscito ad attivare i suoi sensi prima del rintocco delle campane, gli aveva regalato la prima piacevole sensazione di quel lento risveglio.
Allungandosi nel letto per combattere i muscoli impigriti dalla postura notturna, capì che il piacevole e sicuro rifugio offerto dalla sua casa, quel giorno, non gli sarebbe bastato: in lui pulsava il bisogno di immergersi nell'abbraccio senza confini della natura. Assaporava il gusto salato della fatica quando piatti tintinnanti risalirono la scala a ricordargli che avrebbe rinunciato al pranzo domenicale.
Aprire la porta della cucina fu come spalancare un sipario sulla energica eleganza delle mani della madre intente nella misteriosa arte di impastare le tagliatelle.
Certo che le fatiche della giornata non sarebbero rimaste senza ristoro, stese sul pane annerito la marmellata di mele da lei preparata la mattina precedente. La colazione divenne ancor più dolce quando la madre l'accompagnò col racconto di quella volta in cui, da bambina, sua zia la castigò per avere rubato delle mele, identiche a quelle usate per la marmellata, che invece erano state fatte proprie da qualche topo.
Egoisticamente concentrato sui suoi progetti ma riconoscente, richiuse con suono ovattato la porta dietro di se' per ringraziare di tanta fortuna: desideroso di natura e semplicità, ne aveva trovata in abbondanza ancora prima di raggiungere il bosco in cui, conquistate libertà e serenità, tutto sarebbe diventato perfetto. Consumò i chilometri che lo separavano dalla perfezione pensando a sua madre e alle sue fortune.

23.9.06

V per Vendetta

Che un film, fatto di un potente incontro tra immagini, suoni ed eccitazione riesca a far pensare capita di rado, ma è il caso di V per Vendetta: è una storia di oppressione, vendetta ma anche di risveglio della consapevolezza.
In un non distante futuro, un uomo mascherato cerca di cambiare il sistema politico di cui è stato vittima e, nel corso della sua battaglia, incontra una giovane ragazza, a sua volta vittima delle stesse ingiustizie, su cui ha una notevole influenza e dalla quale viene a sua volta influenzato. Evey, la ragazza in questione, interpretata da Natalie Portman, è la vera protagonista e dona leggiadria a tutto il racconto. Il film è pieno di dialoghi intelligenti e talvolta sorprendenti, di allusioni e di simbolisimi. L'accompagnamento musicale è notevole ed è spesso parte della stessa narrazione: memorabile l'Overture 1812 di Tchaikovsky diffusa tramite gli altoparlanti del governo.
Il tema più importante e attuale, il ruolo dei media nella società, è fatto oggetto di numerosi messaggi che vengono lanciati direttamente allo spettatore: la storia più importante raccontata nel corso del film, ovviamente nascosta e confinata alla sfera privata, la più vera e determinante, è scritta sulla carta igienica mentre le notizie ufficiali, create e controllate dal governo, diffuse attraverso l'onnipresente schermo televisivo, trovano il proprio "funerale" proprio nel bagno del giornalista più famoso.

Asta di biciclette a San Donato

Domenica pomeriggio alle 17.00 a San Donato verranno messe all'asta le biciclette ricuperate nel corso della Bike Nouveau Fabrik, la due giorni in cui le ciclofficine di tutta Italia si disputeranno il titolo di campioni 2006 di ciclomeccanica. Lo scopo della gara è assemblare biciclette partendo da vecchi rottami. Oltre alla gara, ci sarà un'esposizione di biciclette e, appunto, l'asta di bici assemblate: pezzi unici e a basso costo. I tutto è organizzato dall'associazione +bc.
Per i dettagli visitate il sito di +bc.
Eli è giunto il momento di prendere la bici!

2 Commenti:

Blogger elisa ha detto...

buaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

io non ci sono domenica!

Ma no potresti comprarla tu per me?!? Io mi fido!

9/28/2006 3:55 PM

 
Blogger Piero ha detto...

eh, arrivi tardi eli, era domenica scorsa, però ti ci porto a comprare la bici, e poi "falla girare, falla girare"!

9/28/2006 10:42 PM

 

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21.9.06

The Jean Michel-Basquiat Show

Dopo le mostre dedicate a Warhol e Haring, la Triennale ospita dipinti e disegni firmati dall'artista di colore, bello e «maledetto»

Siamo ancora a New York, in pieni anni Ottanta. Dopo le mostre dedicate a Andy Warhol e Keith Haring, la Triennale completa l’opera ospitando ottanta dipinti e quaranta disegni firmati Jean-Michel Basquiat, artista di colore, bellissimo e «maledetto», che una morte prematura per overdose (doveva ancora compiere 28 anni) lanciò per sempre nell’olimpo delle stelle il 12 agosto 1988. Warhol, Haring, Basquiat: tre personalità, tre voci diverse e complementari che esprimono quel modo tutto nuovo di concepire l’arte nato a New York all’inizio degli anni Ottanta. Warhol è la mente, il genio smaliziato che con le sue immagini-icona ripetute all’infinito sbeffeggia e sfrutta il consumismo; Haring è l’artista bambino, leggero e ingenuo come i suoi omini, alla ricerca di un sorriso anche nelle tele più disperate; Basquiat è la rabbia, è l’ossessione data dall’eroina che si trasforma in segni e colori violenti. Haring disse di lui: «Tutti e due ci portiamo la morte addosso: io con dolcezza e rassegnazione, lui con furore».

Basquiat nasce a Brooklyn il 22 dicembre 1960, suo padre viene da Haiti, la madre è di origine portoricane. Una famiglia medio borghese che cercherà di assecondare la passione del figlio per l’arte, ma questo non basterà a trattenerlo, a soli 17 anni, senza neanche finire la scuola superiore, Basquiat se ne va di casa. Le sue origini borghesi gli stanno strette, alle casette di Brooklyn preferisce gli appartamenti occupati di Lower Manhattan. E sarà da lì che prenderà il via la «carriera» di graffitista di Samo, questo il nome scelto da Basquiat per firmare le sue opere: più che disegni frasi a effetto «Samo come alternativa al lavaggio del cervello» o istanze più ambiziose «uso le parole come fossero pennellate». Parole e lettere ripetute «a ritmo di rap» che Samo riproporrà in seguito nelle sue tele accanto a segni e colori violenti, a volte rabbiosi. Dalle stazioni della metropolitana alle gallerie di Soho il salto è breve. Siamo a N.Y., è il 1981, l’arte è già business e cosa c’è di più attraente di un giovane artista di colore, ribelle e talentuoso? Bastano una recensione entusiasta e la benedizione di Warhol, che lo prenderà sotto la sua ala protettrice, per decretarne il successo.
Alla firma Samo si sostituisce una maschera nera che diventerà la cifra dei suoi lavori, una sorta di teschio che racchiude in perfetta sintesi due delle grandi suggestioni di cui si nutre l’arte di Basquiat: il mondo magico e atemporale della terra a della cultura africana e la violenza simbolo delle bande metropolitane newyorkesi. I riconoscimenti ufficiali diventano una sfida, i lavori «primitivi» e «istintivi» si trasformano, Basquiat cerca «illuminazioni» più alte, ecco allora comparire, accanto alle immagini tribali e ai segni infantili, scarabocchi alla Twombly, collage alla Rauschemberg, volti deformati alla De Kooning, artisti che lui cita esplicitamente come fonte di ispirazione accanto a Picasso e, primo fra tutti, Debuffet. A 27 anni la sua carriera è all’apice, come la dipendenza dall’eroina. Cercherà di disintossicarsi rifugiandosi alle Hawaii, ma non ce la farà, morirà di overdose pochi mesi dopo la scomparsa di Andy Warhol. Da lì a due anni toccherà a Keith Haring.

«The Jean-Michel Basquiat Show». Triennale, viale Alemagna 6, tel. 02.72.43.41. Orari: mart. dom. 10.30/20.30.

da Vivimilano

1 Commenti:

Blogger Piero ha detto...

Obbligatorio andarci!

9/22/2006 10:01 AM

 

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7.9.06

In Slovenia con le nostre MTB

 
Due mountain bike, due zaini e due amici con una sola idea in testa: attraversare, in una settimana, il nord della Slovenia da est ad ovest. Abbiamo fatto tanta fatica e abbiamo preso un sacco di acqua ma, appena arrivati a casa, il primo pensiero è stato di tornare a viaggiare in questo modo al più presto. Troppo forte il desiderio di mettere in pratica quello che abbiamo imparato in quei meravigliosi giorni ricchi di emozioni, natura e amicizia.
L'ambizioso programma: raggiungere Crna na Koroskem da Maribor attraversando il Pohorje e, dopo un trasferimento in treno attraverso l'Austria, raggiungere Nova Gorica da Bled attraversando il parco nazionale del Triglav e seguendo il corso dell'Isonzo.
Abbiamo modificato in corsa il primo tratto arrivando a Vuzenica sulla Drava invece che a Crna na Koroskem e abbiamo dovuto rinunciare al secondo tratto per il protrarsi di condizioni atmosferiche avverse, scendendo da Bled direttamente a Ljubljana.
Non abbiamo raggiunto i traguardi prefissati ma siamo comunque molto contenti perchè nell'attraversare il Pohorje abbiamo vissuto situazioni molto più dure di quelle previste e il viaggio ha assunto caratteristiche autenticamente avventurose che ci hanno ripagato della rinuncia al tratto che si preannunciava più bello del nostro viaggio, la zona del Triglav e dell'Isonzo. Slovenia, torneremo per bagnare le nostre ruote nell'Isonzo!
Per le foto cliccate qui

5.9.06

Lightbulb Party 2006:le foto!

Ecco le foto!