24.2.05

Elogio della mountain bike

Affrontare un sentiero domando la mia FSR mi da gusto!
Il terreno è in continuo movimento, influenzato da mille fattori: la stagione, la temperatura, gli elementi naturali, ogni giorno una nuova esperienza, ogni metro una nuova importante fulminea decisione, ogni centimetro la sensazione di essere il dominatore di eventi incontrollabili, ogni millimetro un pericolo! Adrenalina, signori! E' pura adrenalina!
L'ambiente ti accoglie ma non si mette a tua completa di disposizione, si fa conoscere solo un po' alla volta, vuole essere scrutato e scoperto ma per farsi contemplare devi farti conquistare dalla sua quiete, devi stare rispettosamente fermo.
La velocità è sua complice, sia che tu vada piano inerpicandoti per una salita, sia che tu abbatta il muro del suono in discesa la visione di ciò che ti circonda è limitata da un tunnel le cui pareti sono punti luminosi che ti passano affianco prendendo talvolta la sostanza compiuta di una foglia o di un sasso, altre volte di quei sassi e di quelle foglie percepisci solo il risucchio dell'anima che ti sfiora con tutta la sua bellezza.
Tra la terra e chi la vuole dominare c'è una lotta penetrata di rispetto reciproco e attrazione, ma con un solo vincitore: cadere è la sconfitta, saltare elegante come uno cerbiatto è trionfo!
Tra i due estremi c'è il corteggiamento: la nuvola di polvere che ti si alza dietro cercando di rincorrerti, di acchiapparti, non ce la fa ma è felice lo stesso perchè pur senza vento ha provato l'emozione di un volo inatteso.
Il fango invece vince lui, si trasforma nella tua seconda pelle e te lo porti a casa dopo avergli fatto provare le tue stesse emozioni.
In quel tunnel, nel vivo di quella lotta io trovo la mia libertà, espando la mia coscienza, mi sento vivo, fuso con il telaio, con il fango, con i sassi che volano ovunque.