25.9.06

Risveglio perfetto

Era mattina, alla fine di settembre, quando un'inattesa primavera picchiava con nuova energia sulle finestre della sua camera. Il sole correva, attraversando disinvolto le bianche tende, verso i suoi occhi socchiusi e, pur non essendo riuscito ad attivare i suoi sensi prima del rintocco delle campane, gli aveva regalato la prima piacevole sensazione di quel lento risveglio.
Allungandosi nel letto per combattere i muscoli impigriti dalla postura notturna, capì che il piacevole e sicuro rifugio offerto dalla sua casa, quel giorno, non gli sarebbe bastato: in lui pulsava il bisogno di immergersi nell'abbraccio senza confini della natura. Assaporava il gusto salato della fatica quando piatti tintinnanti risalirono la scala a ricordargli che avrebbe rinunciato al pranzo domenicale.
Aprire la porta della cucina fu come spalancare un sipario sulla energica eleganza delle mani della madre intente nella misteriosa arte di impastare le tagliatelle.
Certo che le fatiche della giornata non sarebbero rimaste senza ristoro, stese sul pane annerito la marmellata di mele da lei preparata la mattina precedente. La colazione divenne ancor più dolce quando la madre l'accompagnò col racconto di quella volta in cui, da bambina, sua zia la castigò per avere rubato delle mele, identiche a quelle usate per la marmellata, che invece erano state fatte proprie da qualche topo.
Egoisticamente concentrato sui suoi progetti ma riconoscente, richiuse con suono ovattato la porta dietro di se' per ringraziare di tanta fortuna: desideroso di natura e semplicità, ne aveva trovata in abbondanza ancora prima di raggiungere il bosco in cui, conquistate libertà e serenità, tutto sarebbe diventato perfetto. Consumò i chilometri che lo separavano dalla perfezione pensando a sua madre e alle sue fortune.