31.1.05

Elezioni bagnate, elezioni fortunate

Sarebbe bello riderci sopra ma non sto parlando ne' di nuvole piovose, ne' di cerimonie nuziali, sto parlando di elezioni irachene bagnate dall'inchiostro blu dei seggi e dal sangue rosso della guerra civile. Se ridere non è lecito, sorridere è consigliato perchè quello celebrato ieri è stato il momento fondante di valori cui noi occidentali siamo a tal punto abituati da non renderci conto di quanto siano importanti.
Essere stati favorevoli o contrari alla guerra non deve impedirci di celebrare il coraggio manifestato da chi ieri per la prima volta ha potuto e voluto affermare di essere "cittadino" iracheno, l'entusiasmo di chi ha festeggiato un dito blu che significa libertà dalla dittatura e sconfitta morale del terrorismo.
Questa massa di schede elettorali non risolve i problemi, apre una nuova fase piena di ostacoli ma comunque democratica.
In Europa ci sono persone per cui le elezioni in Iraq sono una farsa, quelle stesse persone imbevute di relativismo culturale che credono che la democrazia non possa riguardare i cittadini iracheni, afghani o iraniani. Questi europei che non ricordano che anche greci, spagnoli, tedeschi e noi italiani abbiamo votato dopo la seconda guerra mondiale quando ormai avevamo dimenticato cosa votare volesse dire, l'hanno presa nel culo dagli elettori iracheni.