1.9.05

Proviamo ad applicarci un pochino....



Il fotografo poeta.
Per gli ultimi della classe e i primi nella strada.La fotografia non appartiene esclusivamente alle arti visive.
In quanto arte non è cronaca, documento; però non è affine alla pittura, con la quale è sembrata misurarsi alle origini, bensì alla scrittura. Alla parola. Come nella parola, nella fotografia c’è un abisso tra la comunicazione e la creazione.

La scelta di vita di Doisneau risulta profondamente consapevole in una sua dichiarazione: “Se fai delle immagini, non parlare, non scrivere, non analizzarti, non rispondere a nessuna domanda”. Anche se poi ha risposto a qualche intervista - o meglio conversazione (entretien) -, non ha mai tradito questa severa disciplina.

Si sa molto di lui dai suoi amici, alcuni dei quali essi stessi artisti grandi e fraterni, dalle figlie; da lui stesso pochissimo, ma illuminante. Comunque sono soltanto conferme di quella umanità, di quella felicità che troviamo nelle sue immagini. Felicità misteriosa, offerta ma insieme “difesa”, resa segreta dalla sua stessa gelosa generosità.Le sue immagini erano “per gli altri”: non le rivedeva (!); a lui restava, per sempre, quel momento di felicità.Un’altra sua definizione, nel titolo Tre secondi di eternità, dice la sfida al tempo, il rischio. Lunghe attese, spionaggio, pedinamenti: sì, come un ladro. L’immagine si “ruba”.

ROBERT DOISNEAU. «l’amore è…»
Palazzo Reale 16 giugno-25 settembre 2005

1 Commenti:

Blogger Piero ha detto...

Gran bella mostra, gran bella serata!

9/02/2005 2:33 PM

 

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