24.1.05

Vale la pena vivere senza ricordi?

Di recente mi sono imbattuto in una frase di Pavese:"Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma." Questa mattina leggendo il pezzo di Alberoni sul Corriere ho avuto modo di confermare quanto vero sia quel pensiero. Parlando della rottura di rapporti sentimentali duraturi il Professore ci dice: "Quello che conta - nel maschio come nella femmina, sia ben chiaro - è la quantità di vita passata insieme che, dopo la rottura, deve essere cancellata: la dolcezza dell’amore, le gioie e i dolori condivisi, la felicità provata con i propri bambini, le lotte condotte fianco a fianco. Cancellare, dimenticare tutto questo provoca in tutti una spaventosa amnesia, una voragine spirituale. Col rischio di perdere se stessi, la propria identità. Alcuni restano smarriti, altri bevono, altri si ammalano. La coppia che dura a lungo ha bisogno di molta prudenza, saggezza e tolleranza." Io sto vivendo questa amnesia e mi sto chiedendo se sia meglio avere bei ricordi di un passato ormai archiviato o non averne proprio , se avere bei ricordi sia sintomo di debolezza e cedimento o piuttosto di rinnovato affrancamento.

L'articolo di Alberoni sul Corriere